Il paziente colpito da morbo di Crohn è solitamente giovane od adulto (20-40 anni), anche se vi possono essere delle eccezioni con esordio in età più avanzata (anche verso i 60 anni). La sintomatologia, dal principio, può essere subdola: in un primo momento si può avere soltanto febbre; successivamente compaiono dolori addominali, soprattutto nel quadrante inferiore destro dell’addome, dove la malattia generalmente si localizza. Il dolore insorge spontaneamente, è sordo, continuo ed alla palpazione si accentua; in questa sede è frequente la percezione di masse “a salsicciotto” irregolari e dolenti. Il morbo di Crohn si caratterizza anche per la presenza di diarrea (3-4 scariche al giorno), con feci semiliquide o acquose, ma senza presenza di sangue visibile (anche se frequenti sono gli episodi di sanguinamento occulto), talora con steatorrea.
Se il morbo di Crohn progredisce, si possono avere altri disturbi correlati alla frequente localizzazione anale, che comporta spesso l’insorgenza di fistole. Nei casi più gravi la fistolizzazione della parete intestinale può generare sanguinamento, con presenza di sangue occulto nelle feci e più raramente con emorragie di una certa entità. Se le fistole raggiungono gli organi interni, si possono avere complicanze impegnative: per esempio, se il tragitto fistoloso si apre nella vescica o nell’uretere si può verificare rigurgito di materiale intestinale nelle vie urinarie, con facile insorgenza di infezioni; la stessa cosa può accadere in caso di passaggio in vagina. Se le fistole si aprono verso l’esterno si può avere la formazione sulla superficie addominale di un orifizio, che non ha tendenza a chiudersi e dal quale fuoriesce materiale costituito di siero e di sangue.
DIAGNOSI MORBO DI CROHN
Se la malattia è grave e di lunga durata, si sviluppa anemia.
Le radiografie dell’apparato digerente vengono fatte con un mezzo di contrasto (per evidenziare meglio i tratti interessati dalle lesioni) e mostrano un caratteristico aspetto “a ciottolato” dell’ileo terminale, per le sue occlusioni e la sua irregolarità ; a volte il tratto colpito dal morbo di Crohn appare occluso e risulta di aspetto filiforme (segno della cordicella), mentre il tratto immediatamente a monte può risultare dilatato (l’associazione di tratto filiforme, area a ciottolato e ansa dilatata costituisce una triade non frequente ma, quando presente, conferma la malattia).
La diagnosi più precisa è quella istologica (al microscopio), mediante biopsia (prelievo di un pezzetto) della mucosa intestinale. È inoltre molto importante differenziare la malattia di Crohn dalla colite ulcerosa e dell’ appendicite.
COMPLICANZE DEL MORBO DI CROHN
Possono essere locali e sistemiche (generali).
Tra le locali, le più frequenti sono: occlusione e/o perforazione intestinale; fistole; malassorbimento; tumori (la loro incidenza è maggiore rispetto alla popolazione generale, anche se inferiore rispetto a quella dei pazienti con colite ulcerosa).
Tra le sistemiche, ritroviamo: perdita di peso e di massa muscolare; calo dell’albumina; anemia; steatorrea (a cui si correla malassorbimento di lipidi e vitamine); eritema nodoso (lesioni della cute che si presentano come noduli arrossati, moderatamente dolenti, localizzati soprattutto alle gambe); pioderma gangrenoso (altra manifestazione cutanea che si presenta con delle vescicole agli arti inferiori, che poi diventano pustole , la cui rottura determina la comparsa di ulcere che possono infettarsi); artrite ; congiuntiviti e cheratiti ; lesioni epatiche di vario tipo; trombosi venosa.
DECORSO
La malattia di Crohn è una patologia cronica, perciò non si ha mai una guarigione completa; generalmente si alternano periodi più o meno protratti di remissione a fasi di riacutizzazione. La prognosi del morbo di Crohn è meno favorevole di quella della colite ulcerosa. Nel complesso la mortalità aumenta con la durata della malattia e si aggira globalmente intorno al 5-10% dei casi (le cause più frequenti di morte sono la peritonite e le infezioni generalizzate).