La Videocapsula non sostituisce la colonscopia convenzionale (che costituisce ancora il goldstandard per individuare le neoplasie del colon) , ma rappresenta uno strumento aggiuntivo e complementare. Le principali indicazioni sono rappresentate dalla colonscopia incompleta, dai pazienti a rischio per manovre endoscopiche, e, specialmente, dalla non compliance alla colonscopia diagnostica o di screening.
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato lo scorso anno uno studio multicentrico sulla videocapsula endoscopica che, nelle intenzioni dei suoi produttori, potrebbe essere un’alternativa alla colonscopia tradizionale nella diagnosi delle lesioni del colon. ( Capsule Endoscopy versus Colonoscopy for the Detection of Polyps and Cancer ). Sono stati trattati 300 pazienti con patologia del colon conclamata o sospetta. Risultati: la videocapsula ha una sensibilità del 64 per cento nell’identificare polipi di dimensioni pari o superiori a 6 mm; del 73 per cento in caso di adenomi in stadio avanzato di 6 mm o più grandi; del 74 per cento nel caso di tumori. La sensibilità si è rivelata migliore con una preparazione più accurata dell’intestino.
L’editoriale che commenta l’articolo osserva che la bassa sensibilità della videocapsula nell’identificare adenomi di grandi dimensioni è fonte di preoccupazione. Per questa ragione e per la necessità di una migliore pulizia intestinale (e le conseguenti noie per il paziente) conclude che “la capsula endoscopica” non può attualmente essere raccomandata.
Articolo a cura del Direttore Scientifico Dr. Vincenzo Caravello